Riciclare i rifiuti da demolizione per proteggere l'ambiente | Progetto Unife - Macedonia

Riciclare i rifiuti da demolizione per proteggere l'ambiente | Progetto Unife - Macedonia

I partecipanti al progetto SAMCODE al meeting di Skopje del 31/01/2018

Migliorare le strategie per il riciclaggio di rifiuti da demolizione e contribuire così alla salvaguardia dell'ambiente.

E' l'obiettivo di SAMCODE - acronimo di “Sustainable Approach to Managing Construction and Demolition Waste" - il progetto di ricerca coordinato dal Prof. Gianluca Bianchini insieme al Dr. Claudio Natali del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra  dell'Università di Ferrara.

Svolto in collaborazione con due partner macedoni, l'ONG Gaya e l'Institute for Research in Environment, Civil Engineering and Energy (IECE) di Skopje, il progetto ha lo scopo di analizzare la composizione chimica  dei rifiuti da demolizione, generalmente costituiti da un mix di elementi in laterizio e calcestruzzo, e verificarne la potenzialità come materie prime riciclate, per poterle quindi utilizzare al posto di materie prime naturali quali sabbia o ghiaia.

 

"La problematica è di attualità non solo per la Macedoniama anche per il nostro Paese. I rifiuti da demolizione, infatti, generalmente vengono conferiti con costi onerosi in discarica, ma potenzialmente possono essere riutilizzati al posto di inerti quali sabbia e ghiaia." spiega Gianluca Bianchini. "Il corretto riciclaggio di questi materiali potrebbe dunque diminuire problematiche ambientali, come l'escavazioni negli alvei dei fiumi o l'apertura di cave in aree montuose, collegate al reperimento di inerti naturali".

 

"Presso il Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra eseguiremo una caratterizzazione chimica dei materiali raccolti e censiti dai partner macedoni in alcuni siti della Macedonia. Grazie all'utilizzo di molteplici strumenti analitici presenti nell’Ateneo, saranno analizzati gli elementi principali ed in traccia per verificare l’assenza di componenti potenzialmente tossici che possono precluderne il riutilizzo" conclude Claudio Natali.

 

Il progetto è finanziato nell'ambito del Know-how Exchange Programme (KEP) del Central European Initiative (CEI)il più esteso ente di cooperazione nell'Europa Centrale, Orientale e Balcanica con sede a Trieste, che supporta l'integrazione europea attraverso il finanziamento di progetti internazionali presentati da enti pubblici e privati di Austria, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Italia, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Albania, Bosnia Erzegovina, Moldavia, Montenegro, Serbia e Ucraina.